Mentre qui discutiamo di sovranismo, porti chiusi e altre cagate

1. Gli USA hanno annunciato la sospensione del INF, il Trattato sulle forze nucleari intermedie siglato con la Russia in piena Guerra Fredda; trattato che servì a frenare la proliferazione dei missili atomici di breve e media gittata (simili a quelli che l’Italia nel 1987 ospitava in Sicilia).

Lo strappo sarebbe dovuto al comportamento di Mosca, accusata da Trump di aver sviluppato un nuovo vettore, il Novator 9M729, con gittata superiore a quella consentita, accusa giudicata da molti strumentale, il fatto denunciato era noto sin dal 2014.

Dunque le ragioni della rottura dell’accordo vanno cercate altrove.

Secondo molti analisti, la chiave risiederebbe nell’avanzamento tecnologico: in pratica americani e russi non accettano più di vedere le loro nuove tecnologie militari condizionate o frenate da vecchie intese appartenenti a rapporti geopolitici che non esistono più.

I Russi vogliono poter utilizzare le proprie testate di nuova fabbricazione in maniera più efficace, gli Americani vogliono avere carta bianca sulla scelta dei missili da schierare in prossimità dei propri nemici: Cina, Russia, Iran, Corea del Nord, etc.

Con ogni probabilità, l’approccio liquidatorio adottato con INF, sarà esteso anche al trattato di disarmo NewStart (con scadenza 2012), anch’esso volto alla limitazione dei vettori e le testate nucleari di Usa e Russia, archiviando così lo storico sistema di accordi per il controllo degli armamenti nucleari.

D’altro canto, non siamo più in guerra fredda,tuttavia il mondo non è ancora compiutamente unipolare.

Per questo motivo, Trump ha anche annunciato nuovi investimenti su un sistema anti-balistico spaziale che farà largamente utilizzo dell’Intelligenza Artificiale, sistema che dovrebbe mettere al sicuro il suolo americano da qualsiasi testata nucleare.
I fondi però saranno garantiti soltanto per la protezione balistica degli Usa, gli alleati della Nato, se vorranno avvalersene, dovranno iniziare a pagare e pagare profumatamente.

2. Nel frattempo, Francia, Germania e UK hanno varato uno speciale meccanismo di pagamento per aggirare le sanzioni Usa all’Iran. Si chiamerà INSTEX (Support of Trade Exchanges), è stato registrato in Francia, e sarà gestito da un ex banchiere tedesco di Commerzbank.

Funzionerà da camera di compensazione: esso dovrebbe far sì che un esportatore europeo verso l’Iran venga pagato da un importatore europeo di prodotti iraniani, una partita di giro che dovrebbe limitare i probabili danni provocati dalle sanzioni.

L’UE ha anche messo in cantiere due altre iniziative politicamente rilevanti:

3. sta studiando un nuovo pacchetto di sanzioni contro la Russia per i fatti del Mar d’Azov a novembre;

4. sta considerando di mettere al bando l’azienda cinese Huawei dallo sviluppo della rete 5G nel Vecchio Continente.

A mio avviso, queste quattro notizie servono più di altre a spiegare alcuni nuovi equilibri geopolitici in corso di formazione.

Evidentemente per Washington, arginare militarmente (e politicamente) la Russia e contenere l’espansionismo tecnologico della Cina sono priorità, prostrare l’Iran non lo è.

Se vuole rimanere nell’orbita USA, L’UE dunque è tenuta ad obbedire alle prime due priorità (Cina e Russia), mentre ha più spazi di manovra sull’Iran.
L’appartenenza alla Nato però diventerà sempre più costosa.

Non è detto che tale situazione rimanga immutata, ma al momento la situazione è questa.

Peccato che qui in Italia si discuta (sempre) d’altro.

01/02/2019

Daniele Zito

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