Premesso che questo articolo lo avevo pensato prima delle elezioni ma mi è sfuggito sia lo scriverlo che il pubblicarlo.

Rimedio con la consapevolezza che sarà da un lato poco letto, dall’altro ancor meno compreso e per finire poco chiacchierato nel senso che i commenti, anche di chi non è d’accordo, saranno pochi.

Ma veniamo al dunque.

Trentanni di televisione commerciale inseguita da quella che una volta doveva essere la tv di Stato – che, grazie al canone, doveva consentire l’accesso ai mezzi di informazione a tutti – hanno ridotto il popolo a gregge di pecore che allegramente belando si fa condurre al macello passando prima, ovviamente, per la tosatura anzi per lo spellamento diretto che la lana da sola non basta, serve anche la pelle.

Così un passo alla volta si è convinto il popolo, gli elettori a votare per la destra, a votare per quella parte che vuole il bene della nazione solo se coincide con l’interesse dei ricchi.

Un lavoro certosino cioè puntiglioso e puntuale, senza dubbio. Un lavoro fatto anche con continui suggerimenti, come da grillo parlante (e l’accostamento con uno degli ultimi falsi incitatori di popolo non è casuale) ai lavoratori che si può diventare ricchi, che il sogno americano è possibile ed è ancora più facile da noi.

I miei genitori mi hanno ripetuto da che ho memoria che “lu liepru ci lu dissi a lu cunigliu: nun s’arricchisci no cu lu travagliu”, per i non siciliani: la lepre lo ha detto al coniglio: non ci si arricchisce lavorando.

Saggezza antica ed anche poliglotta direi visto che “travaille” è francesce.

Ma riprendiamo il discorso.

Aiutati da una sinistra che non ha fatto tesoro degli insegnamenti del passato; il “divide et impera” (“dividi e governa”) di cesariana memoria è sempre valido.

La nuova destra ha prima celato dietro la tendina il fascismo per poi tirarlo fuori al momento giusto e portarlo sugli scudi come facevano gli antichi romani coi comandanti dopo le battaglie vinte e passando sui corpi dei nemici.

Quei corpi – sia detto per inciso – oggi sono i poveri ma anche gli operai che nella foga di arricchirsi non fanno altro che accumulare ricchezza nelle mani altrui (un sociologo ed economista lo ha previsto 150 anni fa)

Ma non credetevi che l’operazione della tendina l’abbiano cominciato qualche mese fa, invero quello di esaltare il fascismo nella sua ultima versione è stata operazione iniziata qualche anno fa, all’insediamento del governo Draghi.

Si saran detti: facciamo i nostri interessi governando tutti insieme ma lasciamo come pallottola di scorta la Meloni che con una finta opposizione attirerà le simpatie di coloro che deluderemo.

Così è stato, operazione riuscita direi alla grande.

No, non mi dispiace che una donna sia al capo del governo, osservo e rifletto sul fatto che sia una fascista e questo, capirete bene, non mi piace ma per ragioni diverse da quelle che immaginate.

Certo controcorrente penso anche che se mai sarà incaricata non riuscirà a formare il governo ed in ogni caso dovrà prima obbedire ai dettami dell’Unione Europea o meglio dei grandi interessi.

Non mi piace non perché ha vinto ed ha diritto a governare, come dicono praticamente tutti, perché il problema non è la democrazia di cui se se ne accetta il gioco ed il giogo cioè la sottomissione (come i buoi costretti a tirare i carri) si deve accettare anche il risultato (e di democrazia vera in Italia ne abbiamo ben poca da decenni), non mi piace, lo ripeto, perché «il fascismo è un crimine» (Sandro Pertini).

Non abbiamo imparato nulla e continuiamo a non capire che prima di criticare dovremmo guardarci bene attorno e valutare se ci sono compagni con cui condividere le battaglie.

A destra lo hanno capito, a sinistra si insegue al destra con nomi di leader dell’ultima ora incisi sui simboli: un partito non è il suo leader e a sinistra prima lo capiremo meglio sarà.

È troppo tardi? A volte lo credo ma poi penso che svincolati dai palazzi della falsa democrazia si possa e si debba fare opposizione sociale non solo ritrovandoci nelle battaglie ma anche unendoci nelle proposte.

Il fascismo per via sedicente democratica è tornato al potere!?

Bene anzi male!

Noi torniamo sui monti ma non disperdiamoci accusandoci a vicenda, usiamo la nostra rabbia, le nostre idee, le nostre capacità “per scender giù dai monti e liberar l’Italia” (come recita una canzone).

Io ci credo ancora (Nomadi)


 

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