UNIAMOCI PER FARE LA FORZA
Dietro gli attuali partiti politici non c’è nessun pensiero risolutivo, sembrano delle vere e proprie aziende in atto di vendita dell’utopistico sogno di “stare di nuovo bene”. In realtà gli attuali partiti non hanno nemmeno i poteri dei partiti storici, perché dietro non hanno più un elettorato stabile con delle pretese concrete (come la classe operaia di una volta) o il capitale nazionale sufficientemente forte. La lotta di classe è diventata la lotta tra i poveri, perché se le destre aizzano il popolo contro gli emigrati, il PD è pronto ad accoglierli tutti senza preoccuparsi molto del loro destino, ben sapendo che andranno a vivere nei quartieri poveri, mentre gli iscritti del PD continueranno a vivere indisturbati nei quartieri benestanti.
Il potere effettivo si trova sempre e come nei bei tempi vecchi nei luoghi del maggior accumulo dei capitali. Ma se una volta questi luoghi erano le fabbriche e banche nazionali, oggi sono le multinazionali, per cui il nuovo proletariato sono tutti coloro che non possiedano grosse fette di queste nuove aziende e che non sono più solo gli operai, ma anche i piccoli imprenditori. Le aziende medio piccole, se lavorano onestamente, non generano più il capitale, nel migliore dei casi guadagnano abbastanza per andare avanti. E se fossero tutte così le aziende, sarebbe anche meglio, sarebbe una specie di paradiso, un equilibrio economico perfetto. Ma queste aziende, per via della concorrenza sleale, stentano a sopravvivere. Non serve dire che i principali responsabili di questa concorrenza sono le multinazionali e la finanza, il cosiddetto Neoliberismo, il nuovo oppressore dei popoli. E tutti i partiti che oggi valgono qualcosa sono al suo servizio. Per cui la speranza siamo solo noi, le singole persone, i piccoli partiti socialisti, tutti coloro che hanno a cuore il futuro dell’umanità e vogliono vivere pacificamente e senza sfruttare altri popoli, anzi aiutando quelli meno sfortunati. Siamo sufficientemente tanti per poter cambiare qualcosa, ma il nostro problema è che non siamo uniti.
Uniamoci, vi prego.
03/08/2021
Irina Brashchayko

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