Certamente non è all'ordine del giorno un governo anticapitalistico, come mai lo è stato nella storia dell'Italia. E' certo pure che io da comunista non sarei mai stato tra i sostenitori di un governo De Gasperi. Ma sono altrettanto convinto che Draghi non rappresenti un nuovo De Gasperi, a parte la similitudine tra i fondi del Recovery Fund ed il piano Mashall. De Gasperi rappresentava l'inizio di una fase storica fondata sulla democrazia parlamentare, sull'utilizzo dello stato per realizzare, almeno in parte, la Costituzione. Quindi molta spesa pubblica, molto stato sociale, molti investimenti produttivi per realizzare, almeno parzialmente il diritto al lavoro, molto Keynes in sintesi. Invece tutti i governi che si sono succeduti dopo il governo Amato 28 giugno 1992, con la sua famosa finanziaria da 100.000 miliardi di lire, sono serviti a smantellare tutta la costituzione materiale precedente, fatta di diritti, stato sociale, occupazione, benessere diffuso, risultato delle lotte dei lavoratori. Da quel momento è stato recitato sempre lo stesso mantra ordoliberista, che predicava sacrifici, privatizzazioni e conseguenti riduzioni di diritti. La faccio breve per arrivare a Monti e Draghi. I due supermario rappresentano il completamento di questo processo e la fine della democrazia parlamentare. Lo stato, fino ad oggi, pur essendo comunque espressione della classe dominante capitalistica, ha avuto perzialmente il ruolo di mediazione tra classi in conflitto, ed è stato anche depositario di una legislazione che cementava le conquiste sociali e democratiche dei lavoratori. Oggi la classe dominante ha deciso di governare direttamente senza mediazioni. Conte era ancora un politico, come lo era De Gasperi, nonostante non fosse stato selezionato in modo tradizionale, attraverso una carriera all'interno di un partito. Non era un tecnocrate, anche se non aveva una visione definita e, per questo, si adattava alle visioni dei partiti che lo sostenevano. I due supermario, invece hanno una visione, ed è la visione della classe dominante, di cui essi stessi sono esponenti, non servitori, come i politici che li hanno preceduti. Loro rappresentano l'inizio di una nuova era, in cui gli stati cedono il loro ruolo al capitale in toto. Lo hanno già fatto rinunciando alla moneta sovrana, e sappiamo che la moneta è quasi il simbolo della sovranità di uno stato. I parlamentari si sono ridotti al rango di questuanti al soldo di chi ha i cordoni della borsa. E sono tutti lì, in fila, ad aspettare che il padrone dia loro il segnale che possono avvicinarsi alla ciotola, per il loro pasto. Draghi continuerà e porterà a compimento l'opera di smantellamento della cosa pubblica a favore dei privati. Come ha fatto quando da direttore generale del Tesoro e quindi membro del comitato di presidenza dell'Iri, ha avuto un ruolo centrale nello smantellamento dell'IRI.
Gaetano Piazza 17/02/2021

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