IL NUOVO COMUNISMO

La Vittoria di Samotracia, o Nike, notoriamene senza capo, simboleggia l’innovazione teorica principale del Nuovo Comunismo: mai più il culto della personalità.

Non solo, mai più un solo partito comunista a guidare la rivoluzione e l’organizzazione della società socialista/comunista postrivoluzionaria.

Il Nuovo Comunismo, teorizza, per la prima volta nella storia del marxismo, una nuova prassi della gestione del potere, non più dittatoriale ma democratico rappresentativa.

Oggi in tutti i parlamenti del mondo siedono solo partiti favorevoli all’economia capitalistica, un giorno in tutti i parlamenti del mondo vi saranno solo partiti contrari al capitalismo, quindi comunisti.

La rivoluzione ci sarà, è indubbio, dettata dalla comprensione, dal risveglio delle coscienze e dalla non violenza, se non la minima necessaria e comunque sempre reattiva.

L’assenza della testa allegorizza anche questa evoluzione-rivoluzione di massa, la quale condurrà inevitabilmente allo sconfiggimento del dominio politico-giuridico-economico dell’alta borghesia, e stavolta non tramite il trascinamento di guide, di elité o di “capi”, ma per effetto della stessa volontà inarrestabile della stragrande maggioranza dei popoli finalmente consapevoli della malignità del capitalismo ormai dominante senza più freni.

La storia insegna, le idee devono camminare con le gambe di chi le condivide, essere diffuse e divenire egemonia culturale non più cancellabile, come nell’esperienza rivoluzionaria francese, solo allora il mondo potrà essere cambiato.

Dopo la rivoluzione, e quindi dopo l’abolizione della proprietà privata dei mezzi di produzione e della grande ricchezza (essendo l’economia un fatto pubblico non può essere governata dal potere delle multinazionali private), il popolo non più diviso in classi dominanti e subalterne potrà esprimersi tramite una democrazia molto simile a questa, ma fondata su un Parlamento di soli partiti comunisti in reale opposizione tra loro, ovvero partiti che pur avendo condotto in alleanza la vittoriosa lotta democratica contro il capitalismo e la radice di tutti i mali e le ingiustizie sociali, avranno diverse opinioni su come riorganizzare l’economia e la vita sociale della nuova civiltà.

Di fatto già oggi i comunisti di tutto il mondo nutrono visioni diverse sugli aspetti riorganizzativi della società socialista, pur mostrando la stessa visione unitaria di fondo sul come abbattere il male del capitalismo privato.

Tutto ciò si verificherà grazie al voto popolare, al succedersi di maggioranze legislative diverse, ed ai meccanismi di controllo del potere politico custoditi da una magistratura indipendente e da una informazione libera nel rispetto dei dettami costituzionali anticapitalisti.

La Nike esprime quindi una simbologia potente: la centralità della democrazia rappresentativa che non appartiene al capitalismo, essendo nata nell’Atene di Pericle, e può appartenere al nuovo comunismo nascente per effetto del principio dialettico della “negazione della negazione”, tanto caro ad Engels e Marx, in cui si sostiene un sofisticato cambiamento speculare di sostituzione affermativa pur nella negazione: come in uno specchio tutto rimane uguale nella forma, comprese le conquiste di libertà, ma cambia la sostanza, soprattutto quella dell’organizzazione economica dei rapporti di produzione.

Cerchiamo non l’impoverimento generalizzato ma la semplificazione, non la sottrazione delle semplici proprietà private personali ma l’abbattimento del lusso e del superfluo, non l’imposizione degli stili di vita ma la genuinità dei rapporti interpersonali, non l’assenza di consumo ma consumo sostenibile per il pianeta, non più lavoro ma lavoro per tutti e maggiore tempo liberato dal lavoro.

In definitiva tutto ciò che di sovrastrutturale discenderà spontaneamente dal cambiamento della struttura economica capitalistica, ovvero dalla fine dello sfruttamento dell’uomo sull’uomo.

Oltre a ciò: il martello del classico emblema comunista compare nella Nike, posto stavolta in fondo all’asta di una lancia sollevata in alto in segno di vittoria, il martello appare sbreccato ad indicare tutti gli errori commessi, e da non ripetere.

L’asta della lancia incrocia una falce evidenziata in rosso sul bordo dell’ala sinistra.

02 luglio 2020

(a.f.c.) – Anio Fusco Celado, dalla bacheca di Irina Brashchayko

 

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