Teste pensanti e intellettuali

È mia opinione che pensare significa oggi più che mai avere una buona preparazione culturale ed una buona capacità di filtrare la conoscenza che non è assorbimento di notizie.

Viviamo in una società in cui tutti possono dire tutto e il giorno stesso il suo contrario perché siamo talmente bombardati da informazioni che si presentano come cultura che alla fine se non siamo adeguatamente attrezzati non riusciamo a scremare il necessario ed eliminare il superfluo.

Tante volte addirittura si finisce per eliminare il necessario e trattenere il superfluo.

Gli attrezzi per un regolare e sano discernimento dovrebbe fornirle la società attraverso la scuola che per fare un buon lavoro deve essere pubblica e per tale via democratica.

Istruire e istruirsi però è esercizio (qualcuno lo chiama, e non a torto, lavoro) non semplice perché significa star lì a leggere, ascoltare, confrontarsi ed in un mondo fatto di veloci immagini che appena presentate cambiano immediatamente “sprecare” tempo per questo esercizio/lavoro dai più è visto come inutile se non addirittura deleterio.

Mettici anche che una società fatta di consumi che pertanto devono agli spot, agli slogan il loro successo anche le persone si sono auto convinte che non serve essere ma bisogna saper apparire.

Così ci ritroviamo ad avere amministratori – da quelli del condominio a chi “gestisce” la Nazione o meglio nel caso dell’Italia il Paese, che Nazione cioè popolo con identità di sentimento e di vedute non lo siamo mai stati o perlomeno non lo siamo malgrado l’unità – che nella migliore delle ipotesi sanno distinguere un atto amministrativo, cioè un provvedimento per il singolo caso o situazione, da una legge o forse anche più semplicemente da un decreto (atto amministrativo e decreto, sia detto per inciso, hanno in comune l’organo da cui propagano).

In questo le eccezioni, ovviamente, ci sono, non voglio sminuire la preparazione di alcuni ma se da più parti – il leader di Forza Italia prima e il padron del Movimento 5 Stelle dopo – si insiste che non servono Parlamentari preparati ma solo gente che voti allora qualcosa in questa democrazia non è andata per il verso giusto, proviamo a vedere cosa.

C’è stato, secondo me, un gioco al ribasso nella scelta della classe dirigente di questo Paese: giganti che si sono circondati di buoni che ha loro volta, preso il posto di quelli, si sono circondati di sufficienti e così via fino ad arrivare agli infimi, a coloro che, sia pure attribuendolo ad una cultura mafiosa, Sciascia chiama mezziuomini e, più in basso, pigliainculo e quaquaraquà.

In un tal Stato di cose non appena spunta all’orizzonte uno qualunque di quelli che hanno studiato perché vivevano in Italia, che pur per anni ha avuto un ottimo sistema scolastico poi distrutto in nome di un progresso o meglio di un cambiamento che, per me, non ha generato nulla di buono ma tutt’altro, ecco allora che si inneggia all’“uomo del destino”.

Questa devo averla sentita e qui ci riportiamo all’inizio.

In una società destrutturata, distrutta, privata di valori, cultura, sapere, gusto del bello una massa informe ma falsamente informata starnazzando come oche in un cortile creano una tal confusione che anche chi dovrebbe avere buon senso o solo senso dello Stato si perde e si disperde e finisce per scambiare i pavoni per galline, i cigni per pulcini e gli elefanti, noti anche come pachidermi, per pulci.

Una spaventosa perdita di valori, di significati, di memoria, di storia, di cultura che ci ha costretti sull’orlo del baratro.

Qui abbiamo due alternative: farci guidare dall’uomo del destino verso il baratro oppure fermarci qualche metro prima per valutare insieme la possibilità di un salto verso l’altro lato del burrone coscienti di due fatti fra loro inconciliabili: se saltiamo e riusciamo a passare dovremmo poi avere il coraggio e la forza di ricostruire, di là, tutto a partire da una sana società e per farlo avremo bisogno dell’apporto di tutti in primis dei consigli di chi ha saputo discernere e trattenere il lato migliore dell’esistenza; oppure potremmo finire nel burrone e di la avere altre due scelte: seguire il famoso uomo della provvidenza che non ci porterà, come solito, a nulla di buono, o aggrapparci alla parete e tentare la risalita; non sarà facile ma la metà come il viaggio vale sempre la pena, i sacrifici si ripagano sempre.

In fin dei conti abbiamo delle scelte ma vincolate: una sola porta verso l’avvenire, le altre ci fanno regredire.

Dite che questa non è vera libertà?

Vi rispondo subito: perché credete di essere liberi laddove vi dicono che l’unico mondo possibile è quello dettato da chi, non per meriti, detiene il potere?

Vi svelo un mio recondito pensiero di sempre: nessuno merita di detenere il potere.

Contenti voi non significa che debba essere contento anch’io e come sempre saremo forse in pochi “contro ad ingoiare la nostra stanca civiltà” per stare sempre “in direzione ostinata e contraria”.

In tutto questo cosa c’entrano le teste pensanti e gli intellettuali? Se non lo avete ancora capito fa nulla.

Pensare, come ho detto, è esercizio complicato ma stranamente capita che i grandi pensatori siano stati tutti dell’idea che l’unico modo per progredire sia quello di lasciare veramente il potere in gestione a chi deve eseguire le decisioni prese vale a dire il popolo; quel popolo spesso ignorante, becero e financo meschino ma quello che se chiamato a raccolta risponde, che sa prendersi, nel suo insieme e nel complesso, le proprie responsabilità.

Nulla che non sia fatto dal popolo e per il popolo è degno di essere portato avanti perché, e gli eventi di questi giorni ce lo dimostrano ampiamente, ho si vince insieme nel nome di tutti o si perisce.

Ecco perché credo che il destino del mondo sia a sinistra, verso il vero socialismo, verso un comunismo dal volto umano che sappia riconoscere le proprie colpe e riveli gli errori delle applicazioni storiche per non commetterli.

I comunisti ne siamo capaci, dall’altro lato la barbarie fa inneggiare a Mussolini e Hitler che la storia ha condannato senza se e senza ma; perché sia chiaro: cultura e memoria costruiscono un mondo a misura d’uomo e come ci ha insegnato la grande Rosa Luxemburg ad inizio del secolo scorso: l’alternativa è tra socialismo e barbarie.

Buona vita.

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