Cosa c’entra la musica con la politica?

La musica, arte che apre la mente, aiuta il pensiero e ti invoglia a ripartire; la politica, scienza che cura il miglioramento del bene comune. Entrambe attività umane; entrambe positive.

Non ci si può improvvisare nella musica; non ci si può improvvisare in politica. Chi ci prova fa male l’una e l’altra cosa.

Per far bene politica, oggi, c’è bisogno di essere ancorati ad un ideale ma chi la fa attualmente non ne ha! Il liberismo, il sovranismo, il populismo non sono ideali: sono mezzi di appropriazione indebita. Perché il pianeta e le sue risorse sono usufrutto di tutti e proprietà di nessuno, visto che a termine del percorso di vita lasciamo tutto qui! Tutti devono poterne godere secondo necessità e non sperperarle per accumulare denaro...che lasceranno qui!

C’è bisogno di identità morale, politica, sociale e di visione economica; c’è bisogno di un unico grande partito che creda nel socialismo quale punto di arrivo della società capitalistica ormai in declino: l’alternativa è il sovranismo che porterebbe le risorse del pianeta nelle mani di ancor più poche persone le quali vorrebbero controllarci tutti come burattini.

Ma nelle nostre orecchie risuona la musica, arte che ispira alla libertà; e loro non ci riusciranno!

Quelli che ancora propongono alleanze innaturali, inciuci, grandi intese, cordate, coalizioni, o sono al soldo del padrone o sono matti! Perché si può sbagliare una, due, ma non tre volte! Senza l’ideale, senza l’unità vera, dove uno è uno, continueremo a consegnare le decisioni a chi persegue il nazionalismo. Noi vogluamo il socialismo; vogluamo che il bene sia comune, a tutti!

Siamo in cammino verso la meta. Senza una meta non c’è cammino, c’è girovagare, cioè il nulla!

Di Michele Russo

dal diario di Irina Basistova, agosto

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