Essere liberi

Il grande Claudio Lolli, morto precisamente 1 anno fa, ha detto, in un’intervista, che la loro generazione, in realtà, ha vinto, riferendosi credo alla frase della famosa canzone di Gaber. Ed ha ragione.

La loro libertà ha vinto.

Ma non ha funzionato.

Perché era una libertà piccola, piccola quanto il loro nemico. Il nostro nemico, invece, non è più la piccola vecchia borghesia, ma il grande e moderno Capitale.

La piccola borghesia ormai fa parte del proletariato (se così lo si può ancora chiamare).
La piccola libertà ha vinto contro la piccola vecchia borghesia, ma non contro il Capitale. Il capitale si è appropriato dei valori della piccola libertà e ci li ha venduti a buon prezzo, diventando più potente grazie a noi. Ora siamo tutti libertini e tutti neoborghesi, schiavi del grande Capitale.

Perché essere libertini non è essere liberi.

Essere liberi non è poter ostentare la propria sessualità e vivere orgogliosi dei numerosi partner o aborti; non è poter comprare case, macchine e vestiti sempre nuovi.

Essere liberi significa essere indipendenti da tutto: dai soldi, dalla televisione, dall’internet, dalla moda, dall’opinione degli amici e dai parenti quando non sono costruttivi e anche da chi crediamo di amare, perché l'innamoramento è quasi sempre cieco.

Essere liberi è poter starsi sopra un albero e ridere di questo festino del grande Capitale. È chiaro che per essere liberi bisogna rinunciare prima a tante comodità.

Ma essere liberi non ha prezzo, e poi non c’è altra strada.

O tutti liberi, o tutti morti. A voi la scelta.

Io vi aspetto sull'albero ?

sabato 17 agosto 2019

Irina Basistova


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