La sinistra di classe che non incide

Per risolvere un problema è necessario prima riconoscerlo.

Esiste una sola alternativa possibile ai gravi guasti del neoliberismo, dei mercati che governano la buona politica.

Questa alternativa non può venire da progetti di qualche pensatore ma dalle condizioni concrete del sistema.

La risposta a una politica dominata dai mercati non può che essere una politica che domina i mercati favorendo i bisogni comuni, la risposta a un sistema che esclude la maggioranza della popolazione dalle decisioni non può che essere la valorizzazione di associazioni, comitati, movimenti di cittadini, organismi dei luoghi di lavoro fino farli diventare la base democratica della gestione popolare dei beni comuni, del territorio, della produzione, dei servizi.

Tutto questo è solo patrimonio, anche frammentato e persino litigato, della sinistra di classe.

L’altra presunta sinistra, quella che si riconosce nel PD, è nelle mani di ceti sociali benestanti che hanno risolto problemi quali reddito, casa, precarietà, rappresentanza nei luoghi dove si decide.

Dunque da questa sinistra non può che arrivare una politica parallela e persino convergente con quella delle classi dominanti, linea che si occupa dei diritti civili perché quelli sociali li ha risolti. Non è un caso che Zingaretti saluta le manifestazioni per il clima e come primo atto sollecita la riapertura del TAV.

Il popolo italiano è sedotto dalla mobilitazione reazionaria di Salvini, paradossalmente anche i ceti ai margini del benessere, o privi di ogni reddito, sono affascinati da essa e anziché dirigere la loro frustrazione o voglia di giustizia verso le caste della finanza, la dirigono contro i migranti e contro chi si schiera con essi, definiti “buonisti”.

La sinistra di classe deve fare tanta strada, siamo in salita, si registrano divisioni interne e siamo incapaci di riprenderci il nostro popolo che, ovviamente, ha affidato ad altri il suo destino.

È necessario trovare un momento unitario che ci faccia uscire da questa situazione, un momento unitario che riguarda solo la sinistra di classe.

È necessario immaginare un Fronte unitario in cui ciascuno mantenga la propria specificità ma l’azione sia unitaria e coordinata.

Altrimenti saremo cancellati dalla memoria e dalla storia.

21 marzo alle ore 14:08

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