Essere liberi

Il grande Claudio Lolli, in un’intervista, ha detto che la loro generazione, in realtà, ha vinto, riferendosi, credo, alla frase (La mia generazione ha perso) della famosa canzone di Gaber.

Ed ha ragione, la loro libertà ha vinto, ma non ha funzionato, perché era una libertà piccola, piccola quanto il loro nemico.

Il nostro nemico, invece, non è più la piccola borghesia, ma il grande Capitale.

La piccola borghesia ora fa parte del proletariato, anche se ancora non si è resa conto. La piccola libertà ha vinto contro la piccola borghesia, ma non contro il Capitale.

Il capitale si era appropriato dei valori della piccola libertà e ce li ha venduti a buon prezzo, diventando sempre più potente.

Ora siamo tutti libertini, schiavi del grande Capitale.

Perché essere libertini non vuol dire essere liberi.

Essere liberi non è poter fare qualsiasi cosa.

Essere liberi significa essere indipendenti da tutto, dai soldi, dalla televisione, dall’internet, dalla moda, dall’opinione degli amici e dai parenti, anche da chi amiamo …

Essere liberi è poter starsi sopra un albero e ridere di questo festino del grande Capitale.

Ma soprattutto essere liberi significa essere liberi dal nostro datore di lavoro, è la parte più difficile, perché lavoro è diventato un lusso, un privilegio.

Per cui il lavoro dei libertari, che non sono libertini, è proprio questo, rendere il lavoro accessibile a tutti, prima a livello nazionale e poi a quello mondiale, diminuendo l’orario di lavoro settimanale.

Ma non ci aspettiamo che ci pagheranno come prima. È chiaro che per essere Liberi bisogna rinunciare prima a tante comodità.

Ma essere liberi non ha prezzo, e poi non c’è altra strada.

O tutti liberi, o tutti morti.

A noi la scelta.

26/02/2019

Irina Brashchayko

 

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