Sei finto come il comunismo Sovietico

È la frase che vorrei dire ad una persona che mi ha bloccato dopo essersi presentata come l'ultimo comunista italiano.

Ebbene, se i comunisti italiani erano tutti così, sarebbe meglio se si fossero estinti veramente.

Purtroppo non si sono estinti, ho tanti nostalgici del comunismo sovietico anche tra gli amici, per cui questa frase è anche per loro. E non lo dico con cattiveria, molti dei nostalgici sono in buona fede. Comunismo sovietico l’hanno visto solo in TV.

Loro si giustificano dicendo che anche tra i cittadini dell’ex Unione Sovietica molta gente rimpiange il comunismo. E sarà pure vero, ma il motivo è semplice. Con Gorbacev, il paese era letteralmente crollato e dopo ci sono state solo le battaglie per il potere e per la divisione della ricchezza tra i potenti. Unico che ha fatto qualche politica sociale è Putin, a punto che ci sono comunisti che rispettano anche lui. Senza rendersi conto che sono sì politiche sociali, ma di destra, perché fatte con la propaganda storditiva e con il disprezzo di altri popoli. E se spesso Putin si contrappone agli Stati Uniti, lo fa per le conquiste imperialiste e non per instaurare la pace nel mondo.

Ma perché il comunismo sovietico lo considero finto? Per il semplice motivo che era un regime imposto. Anche se molti avevano voluto la rivoluzione, non capivano fino in fondo di cosa si trattava. Ai poveri è stato detto che le ricchezze dei padroni sarebbero espropriate e divise tra di loro e ai soldati che sarebbero tornati a casa, è chiaro che avevano accettato. Ma pochi erano pronti a rinunciare per davvero ai vizi incompatibili con la società comunista, e la propaganda e la scuola non sono stati sufficienti, come si sperava, ad eliminarli. E allora si era capito che senza una mano dura lo stato comunista non sarebbe durato a lungo. Ma agire con durezza significava sacrificare tante persone e molte di loro erano completamente innocenti. Significava anche vivere nel terrore che il prossimo sacrificato potresti essere tu. Per cui questa strategia è stata, per fortuna, abbandonata. Ma, sentendosi più liberi, i vizi umani hanno ricominciato a fiorire. La gente ha capito che o lavorava bene o lavorava male, prendeva comunque lo stesso stipendio e chiaramente la maggioranza ha optato per la fatica minore. Le fabbriche, tutte statali, avevano capito che qualsiasi aspetto avessero le loro merci, sarebbero state comprate, perché la concorrenza non esisteva.

E le persone più furbe avevano capito che potevano organizzare una rete di raccomandati, dove se tu avevi un buon servizio o una buona merce da offrire, la scambiavi con altri della reta aggirando i soldi e lo stato.

Fine della uguaglianza.

Ma se avete pensato che io non credo nel comunismo, sbagliate di grosso.

Solo che io voglio un comunismo cosciente e volontario, dove persone rinunciano di loro spontanea volontà o con aiuto degli altri ai loro vizi.

Pensate che è impossibile?

Io invece credo che è molto difficile, ma è possibile.

Importante è cominciare. Come?

Rinunciando, prima dei vizi, a TUTTE le religioni.

Cosa sono le religioni?

Sono le false promesse in cui crediamo. Vivere con le illusioni forse è più facile, ma sono comunque delle fregature. È chiaro che se credi di salvare l’anima solo perché frequenti la chiesa, fai le donazione e ti confessi ogni tanto, sei fregato.

Ma sei fregato anche se credi che per arrivare alla società più giusta basta sterminare i padroni.

E anche se credi che esiste un uomo o una donna dei tuoi sogni, sei fregato. Questo è talmente chiaro, che molti hanno già abbandonato queste false speranze.

Ma in alternativa cosa hanno fatto?

Le hanno sostituite con dei surrogati peggiori (soldi, sesso alla Don Giovanni, sostanze stupefacenti, abbuffate, potere, fama, esibizionismo), i cosi detti vizi, o con le religioni minori (attaccamento morboso ai figli, agli amici o al lavoro).

Ma se noi vogliamo davvero strappare dalle nostre catene i fiori immaginari e non portare le catene spoglie e sconfortanti, ma gettarle via e cogliere i fiori vivi (parole di Marx), oltre alle religioni (e ripeto TUTTE le religioni, cioè tutte le false speranze), dobbiamo rinunciare anche ai nostri vizi, cioè a quelle cose che uccidono la vita in noi e che non ci permettono di creare una società giusta.

Io non so bene che cosa significa essere vivi, non so se vivere davvero vuol dire ritrovare lo Spirito santo, oppure capire l’Amore universale, oppure imparare a sublimare le nostre pulsioni. Ma so che è una cosa che abbiamo tutti da bambini, e che perdiamo una volta inseriti nella società di adulti.

Se sei d’accordo con questo mio ragionamento, ti chiedo di non condividerlo, ma di fare copia e incolla e pubblicarlo come se fosse tuo.

22/02/2019
Irina Brashchayko

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